Natale 2021, 34 anni, è da tempo finita l’epoca in cui aspettavo trepidante Babbo Natale e le sue renne con sacchi colmi di regali, ma l’atmosfera da fiaba di quel periodo la attendo ogni anno come se la vivessi per la prima volta. La attendevo anche un anno e mezzo fa quando, improvvisamente, la mia vita è cambiata e invece di una cioccolata in compagnia facevo la spola tra ospedali e macchinari diagnostici: “Hai un cancro al seno” – mi è stato detto – “non morirai ma non c’è tempo da perdere”.
Inutile spiegare cosa abbia provato davanti a quella diagnosi e la difficoltà di quei giorni anche perché sin da subito mi è stato chiaro che avrei dovuto fare la chemioterapia che, per me, ignara di tutto, significava una cosa soltanto: perdere i capelli.
Complice la mia indole organizzativa ho quasi subito cercato una soluzione e, tramite internet, ho intercettato la possibilità di utilizzare, durante i cicli di chemio, un casco refrigerante che avrebbe ridotto la caduta dei capelli.
Il principio di funzionamento è molto semplice, il casco, composto da una cuffia superiore in neoprene e una calotta plastificata contenente liquido refrigerante, una volta indossato consente di diminuire il flusso sanguigno nell’area del cuoio capelluto in modo che il farmaco chemioterapico, stante la vasocostrizione, incontri maggiore difficoltà a penetrare nel bulbo dei capelli.
La cuffia refrigerante, presente in 3 diverse misure, è collegata ad un macchinario nel quale è possibile impostare, a seconda della tipologia di regime chemioterapico, la durata del trattamento.
Risulta fondamentale indossare il casco almeno 30 minuti prima dell’inizio della terapia e 30 minuti dopo la fine nonché importantissima è la gestione dei capelli prima e dopo il trattamento; infatti bisogna lavare i capelli il giorno prima della chemioterapia e soltanto una volta alla settimana fino alla fine del percorso di cura con uno shampoo delicato e con acqua fredda a bassissima pressione poiché è importante evitare fonti di calore così come la frizione sul cuoio capelluto. Occorre anche pettinarsi due volte al giorno con pettine a denti larghi per avere sempre i capelli privi di nodi.
Nonostante la temperatura molto bassa del casco, il freddo è stato sopportabile anche per me che soffro di mal di testa e, cosa importante, funziona veramente.
La tipologia di regime chemioterapico fa la differenza (il taxolo risponde molto bene al casco), ma risulta fondamentale anche la corretta gestione casalinga dei capelli.
Occorre, quindi, approcciarsi a questa opportunità essendo consapevoli che la caduta è inevitabile, ma l’utilizzo del casco consente di preservare parte della propria massa e soprattutto, anche laddove vi sia caduta, la ricrescita è estremamente veloce.
Qualcuno potrà pensare che davanti al cancro non si scherza e i problemi a cui pensare sono ben altri, ma vi assicuro che mantenere parte dei miei capelli e non dover indossare parrucche o copricapi mi ha consentito di conservare la mia immagine e mi ha aiutato a pensare che, nonostante tutto, potevo vincere questa battaglia.

Camilla Capitani