Vogliamo iniziare a parlare in questo numero di psoriasi, che è una delle più comuni malattie infiammatorie cutanee, non infettiva, che può presentarsi a qualsiasi età con andamento di solito cronico-recidivante.

Le manifestazioni cutanee più comuni consistono in placche arrossate, ricoperte da scaglie argentee.
La gravità della malattia può variare da poche lesioni fino a casi di eruzione generalizzata, che possono rendere difficile la vita sociale a coloro che ne sono affetti. Le lesioni della pelle possono accompagnarsi ad artrite, talora gravemente invalidante. Senza addentrarci in particolari, vogliamo sottolineare che l’eziologia della psoriasi, sebbene chiarita in molti aspetti dalle ricerche più recenti, è tuttora sconosciuta, mutlifattoriale e che non esiste una terapia radicale, nonostante i progressi medici degli ultimi anni.
Nella psoriasi la funzione della pelle è esagerata; le lesioni che clinicamente si presentano come chiazze ispessite, ad un esame istologico si rivelano zone di iperproliferazione delle cellule, con un ricambio molto accelerato rispetto alla pelle delle persone sane. Con lo yoga si può avviare un processo proiettato verso l’interno volto a modificare la coscienza e trovare l’errore di comportamento da cui nasce la malattia.
Il paziente psoriasico è come se con la sua pelle ispessita non volesse più far passare né far uscire nulla, la paura di essere feriti fa crescere la corazza che di solito più grande e spessa è, più serve a nascondere la fragilità e sensibilità dell’individuo.
C’è una metodica semeiologica in dermatologia che a mio avviso corrisponde bene a quanto detto: è il cosiddetto grattamento metodico di Brocq, che se praticato su una chiazza di psoriasi serve ad allontanare tutto il cumulo squamoso mettendo in evidenza una zona cutanea lucida, estremamente fragile che se toccata, anche delicatamente, provoca la comparsa di gocce di sangue (segno della rugiada sanguigna di Auspitz).
E’ come se l’essere chiuso dentro fosse molle e delicato e la corazza iperprotettiva nascesse dalla paura di essere feriti; ma la protezione in questo modo è drammatica, perché rende aridi e terrorizzati allontanando dall’amore, che significa invece apertura. Quando la malattia raggiunge il punto estremo, sotto la spinta esercitata dal Karma, la persona sperimenta di nuovo la vulnerabilità e la cute si apre con i punti scoperti delle ferite sanguinanti.
Il cuore si inaridisce se non dona amore, ma l’amore si esprime con le carezze e le carezze si praticano con le mani ed implicano un contatto con la pelle; ma il contatto può essere rifiutato se la pelle è ammalata e quindi viene nascosta per non essere accarezzati, per paura di scoprire negli altri la falsità di intenti che hanno provocato ferite così profonde. E’ quindi preferibile chiudersi, inaridire, allontanarsi, nascondersi piuttosto che affrontare nuovamente la devastante esperienza della delusione. Quindi, per ‘guarire’ dalla psoriasi è necessario aumentare la forza dell’amore, imparare a difendersi in modo diverso, scoprire il nocciolo tenero e delicato.
La sede dell’amore è il cuore, che è l’organo dell’aria, quindi il chakra fondamentalmente interessato nella psoriasi è ANAHATA, chakra dell’elemento aria e del cuore.

Per riattivarlo lo psoriasico dovrebbe iniziare la pratica yoga ponendosi alcune domande:
* ho cercato la mia solitudine?
* nascondo a me stesso un fortissimo desiderio di vicinanza?
* da chi e da che cosa in particolare voglio nascondermi?
* la mia sessualità, passione, aggressività, entusiasmo vogliono spezzare i confini, conquistare, invadere? amare di nuovo senza paura?

Se la risposta è positiva, affidiamoci a questa scienza millenaria che insegna l’arte di vivere meglio attraverso le possibilità latenti che ognuno ha in sé. Sicuramente è una strada ripida, ma gratificante, che ognuno deve percorrere al proprio ritmo per raggiungere una meta che è la sua, diversa per ciascun individuo.

Prima di proporre la serie di asana da praticare anche brevemente, ma il più spesso possibile, desideriamo rispondere ad alcune domande che sicuramente vorrete porre.

D. Se inizio la pratica yoga devo interrompere le terapie dermatologiche?
R. Assolutamente no, lo yoga è compatibile con qualsiasi terapia in atto.

D. Chi può praticare yoga?
R. Tutti, ad ogni età senza preclusioni. Potete essere magri, grassi, bassi, alti: ‘si fa con quel che si ha!’ La pratica dello yoga, in tempi brevi o lunghi ma con certezza, vi permetterà di attenuare la rigidità delle articolazioni, ridare tono ai muscoli, equilibrare le funzioni corporee, migliorare, se non risolvere, le lesioni cutanee.

D. E’ necessario essere agili per praticare yoga?
R. No, si acquisisce agilità con la pratica. Se siete agili tanto meglio, ma non ci sono controindicazioni, neppure se siete affetti da artrite psoriasica. Se siete agili le posizioni vi risulteranno più semplici, ma non crediate sia un grande vantaggio; la pratica yoga non è una disciplina di cultura fisica. Si possono eseguire posizioni difficilissime senza aver compreso che lo yoga si prefigge di mantenere il corpo in buona salute affinché sia lo strumento perfetto per le ricerche spirituali, che sono il fine ultimo della disciplina.

Nerella Petrini
Dermatologa, Pescia