Percorrendo l’arte nella Città Eterna, dove barocco e imperiale spesso si mescolano, può risultare difficile, senza una guida, ritrovare le opere dei grandi artisti dell’epoca barocca.
Due artisti in particolare, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, si inseriscono in quel periodo seicentesco che più ha segnato la Roma barocca, dove nobili e cardinali si contendevano il palazzo o la dimora più bella; esplosivo, fiorito, prepotente con i suoi bronzi e dorature il primo, semplice e misurato nell’uso del mattone, del colore, dei gessi e degli stucchi il secondo.
Una visita almeno pomeridiana merita la Galleria Borghese dove il David, Apollo e Dafne, Enea e Anchise, Pluto e Proserpina, la Capra Amaltea esprimono tutta la forza e l’abilità marmorea del Bernini scultore.
Il cardinal Scipione Borghese non sottovalutò la tela della Madonna dei Palafrenieri, allontanata da S. Pietro nel 1606 per motivi teologici, per entrare poi nella sua dimora insieme ad altre opere del Caravaggio.
Tornando nei pressi del Quirinale, antica residenza dei papi, merita una visita serale la fontana di Trevi, che dopo il recente intervento conservativo, mette in risalto il celeberrimo gruppo delle statue del dio Oceano o Nettuno, i due cavalli e i due tritoni, opere del Bracci.
In via del Quirinale al numero 23, all’incrocio con la trafficata via Delle Quattro Fontane si trova la chiesa di San Carlino, dedicata al cardinal Borromeo, con la stupenda cupola, capolavoro di eleganza, realizzata dal Borromini con pochi mezzi e spazio angusto per il convento dei frati trinitari. Poco più avanti sullo stesso lato si trova S. Maria della Vittoria dove il Bernini deve fare uno sforzo di fronte al nuovo papa Innocenzo X, con un’opera, l’estasi di S. Teresa, che vede la fine nel 1652. L’artista si inventa un palco i cui spettatori sono gli stessi committenti, la famiglia Cornaro. La santa ha un volto giovane non corrispondente alla sua età, il marmo bianco della statua ha vesti volutamente movimentate e il sottostante bassorilievo in bronzo dorato spicca e dà luce.
Avendo una giornata a disposizione, partendo da Palazzo Venezia dopo aver percorso via Vittorio Emanuele e raggiunta piazza S. Eustacchio, bevuto qui un buon caffè con l’acqua dell’antico acquedotto romano, si raggiunge la chiesa di San Luigi dei Francesi, tutta dorata, una vera apoteosi del barocco: sulla facciata le statue di Carlo Magno e San Luigi, all’interno si affrontano ben tre tele del Caravaggio, nella pala di S. Matteo.
Avanzando di poco in via della Scrofa si incontra la basilica di Sant’ Agostino in Campo Marzio che ospita una tela commovente del Caravaggio soprannominata Madonna dei Pellegrini, per la luce che la Madonna infonde e si riflette sul volto dei due viandanti.
Proseguendo a piedi in via della Dogana vecchia nei pressi di palazzo Madama non può’ sfuggire l’Opera Somma, innovativa cupola spiraliforme della chiesa di S.Ivo della Sapienza, ricca di pinnacoli che raffigurano le fiamme della fede, opera del Borromini.
Palazzo Montecitorio, oggi sede della Camera dei deputati, merita uno sguardo dall’esterno per la splendida facciata progettata dal Bernini a lui ordinata da papa Innocenzo X come residenza di Nicolò Ludovisi e Costanza Pamphili nipote dello stesso papa.
Una sosta in Piazza Navona permette di ammirare la fontana dei 4 fiumi con l’obelisco egizio, visione cosmopolita del Bernini e sul lato occidentale la bellissima facciata di S. Agnese in Agone opera barocca di Borromini e Carlo Rainaldi.
Proseguendo in via dei Coronari in rione Ponte verso Castel Sant’Angelo, si possono ammirare le numerose statue creature alate barocche di scuola berniniana disposte ai lati sul ponte sul Tevere. Una visita a Palazzo Spada oggi sede del Consiglio di Stato, permette di ammirare un altro capolavoro dell’architetto Borromini che realizza una galleria a colonne bifide lunga solo 8 metri ma con una prospettiva tale da farli sembrare ben 35. E ancora l’Oratorio dei Filippini opera architettonica realizzata dal Borromini con materiali poveri come il mattone lo stucco e l’intonaco creando effetti policromi e prospettici di grande effetto.
Ovviamente il Barocco romano è molto di più, ma può essere un inizio per un approfondimento ulteriore.

Iolanda Buzzetti
Dermatologa, Milano