La mia non vuole essere una delle solite retoriche di genere sulle donne ed in particolare sulle donne medico/dermatologhe, come fanno i politici per accaparrarsi voti e consensi.
Io non voglio spendere molte parole sulle solite affermazioni scontate che le donne, pur essendo in numero maggiore rispetto agli uomini in campo sanitario, hanno pochi posti di rilievo e poco potere decisionale o guadagnano meno. Troppo spesso ormai si legge e si sente che le donne medico sono un valore aggiunto ed un pilastro della sanità, che il merito non deve fare distinzioni di genere, che la sensibilità è innata nel sesso femminile per poi agire diversamente o farne solo degli spots di modernità di pensiero.
Per quanto mi riguarda, se parliamo di aspetti lavorativi, non credo di avere mai privilegiato una persona in base al sesso, ma di avere cercato di dare valore all’intelligenza e all’impegno lavorativo e umano. Il che vuol dire, quando questo è possibile, cercare di scegliere collaboratori/trici o colleghi/e che hanno empatia e abilità diagnostica e terapeutica con i pazienti, adeguata capacità di trasmettere nozioni e consigli a studenti e specializzandi, fervida ideazione e applicazione nella ricerca scientifica, buone relazioni con i colleghi. Che si riesca o meno ad applicare questi principi, il genere dovrebbe essere indipendente e questi principi ispiratori dovrebbero essere neutrali al genere, pur tenendo in considerazione e rispettando le ovvie differenze antropologiche. Semmai ci sono anche componenti di feeling individuale che nascono e non sempre possono essere spiegati razionalmente che ci portano a stare insieme a persone con cui ci troviamo a nostro agio, senza calcolare che siano uomini o donne. E’ vero che certe basi di valutazione e di comportamento risentono ancora di antiche radici societarie “maschili” o “maschiliste” non facili da cambiare (ancora più radicate ed evidenti ad esempio nelle società orientali), ma la maschilizzazione di certi comportamenti femminili e la femminilizzazione di certi atteggiamenti maschili hanno contribuito a mischiare un poco le carte, almeno in occidente. E comunque come diceva una donna di valore “ le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di dimostrare nulla, se non la loro intelligenza”.

 

Franco Rongioletti
Dermatologo Milano