Il termine violenza di genere viene oggi usato di regola per definire ogni forma di violenza contro le donne. Quest’ultima consiste in tutta una serie di comportamenti violenti ripetutamente agiti su donne e bambine e perciò considerati una grave violazione dei diritti umani.
La violenza dell’uomo sulla donna può avere molteplici forme e modalità, di cui quella fisica è certamente la più evidente e più facile da diagnosticare. Tutte le donne purtroppo ne possono essere facile bersaglio e non esiste un profilo tipico della vittima.
Ancor più universalmente e dettagliatamente, l’articolo 1 della Dichiarazione ONU sull’eliminazione della violenza di genere definisce violenza contro le donne «ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluso le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà».
Nel 1999 le Nazioni Unite hanno stabilito che il 25 Novembre di ogni anno sia dappertutto celebrata La giornata mondiale per l’eliminazione delle violenze sulle donne.

Le conseguenze della violenza sulla salute della donna possono essere molte, complesse, varie e durevoli nel tempo. Come pure variegate le forme di violenza: fisica, sessuale, psicologica, economica etc. In particolare la violenza domestica è in grado di alterare profondamente la salute e il benessere della vittima, incidendo profondamente sull’aspetto fisico, psicologico e sociale.
Possono così manifestarsi molte patologie acute, subacute e croniche, specie ostetriche e ginecologiche, ed ancor più psichiche o addirittura psichiatriche, con gravi ricadute anche sulla sessualità e sulla salute riproduttiva. Secondo l’autorevole parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la violenza di genere implica numerosi problemi di salute sia immediati che a lungo termine, sia diretti che indiretti, in genere proporzionali alla gravità dell’abuso stesso. Ed ancor più se le vittime di abusi fisici o sessuali sono in età infantile, nel corso della vita tendono ad adottare comportamenti ulteriormente rischiosi ed autolesionistici quali vita sedentaria, abbandono, trascuratezza, tabagismo, tossicodipendenze, alcolismo, bulimia, anoressia, prostituzione etc.
Possono così comparire stati ansioso-depressivi, cefalee croniche, disturbi digestivi, patologie psicosomatiche, alterazioni riproduttive e, in casi estremi, persino idee suicidarie.
Elencare tutte le manifestazioni cliniche che la violenza può provocare sulla salute della donna è praticamente impossibile, ci limitiamo perciò ad accennare solo quelle più comuni.
Le lesioni fisiche più frequenti compaiono anzitutto sulla cute(arrossamenti, tumefazioni, lividi, escoriazioni, abrasioni, lacerazioni, alopecie traumatiche, danni oculari etc.), ma possono verificarsi anche contusioni, fratture e addirittura disabilità.
Le lesioni sessuali, oltre agli ovvi disturbi ginecologici di varia natura e gravità, possono essere di natura venerea (contagi con germi, virus, miceti, funghi, parassiti etc.), ovvero le temibili malattie a trasmissione sessuale, compreso l’HIV/AIDS.
Anche le lesioni psicologiche e comportamentali sono molteplici, fra cui stress post traumatico, vergogna, sensi di colpa e rimorsi, ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno e dell’alimentazione, ridotta autostima e depressione.
Una forma particolare di violenza è quella economica, che registra da parte dell’uomo una serie di comportamenti volti a ridurre l’indipendenza e quindi la libertà della donna. Consiste nel limitare le risorse economiche ed occultare la situazione patrimoniale, ostacolare qualsiasi attività lavorativa, non adempiere agli eventuali doveri di mantenimento, far lavorare la donna nell’azienda familiare senza alcuna retribuzione, appropriarsi dei guadagni e dei risparmi della donna, effettuare atti giuridici a vantaggio personale come l’intestazione esclusiva di immobili.
Oltre alle conseguenze immediate della violenza, si possono aggiungere col tempo altre problematiche assai complesse e insanabili, tali da portare il soggetto a considerare la sua condizione incompatibile con la vita.
Per quanto riguarda la tipologia con cui si attuano le violenze, lo spettro è assai ampio, variegato e imprevedibile. Si può andare da quelle più semplici, ma non perciò meno gravi, quali avances, palpeggiamenti, richieste assillanti e ripetitive, assurde gelosie, telefonate oscene, persecuzioni, appostamenti, stalking, sino a veri e propri maltrattamenti coercitivi quali umiliazioni, intimidazioni, molestie sul lavoro, abuso su minori, prostituzione coatta, mutilazioni sessuali, matrimoni e aborti imposti e persino i purtroppo attualissimi femminicidi.
E proprio il palpeggiamento è stato oggetto in questi giorni di polemiche e discussioni, per cui dalla Magistratura è stato dichiarato sufficiente per configurare la violenza sessuale.
Molti di questi comportamenti sono ripetuti e protratti nel tempo e, se avvengono tra familiari, conviventi o amici, di regola vengono occultati. Le vittime vengono man mano portate ad isolarsi, così da poter essere maggiormente controllabili, dipendenti e vessabili.
Tutte le forme di violenza di genere costituiscono un fenomeno endemico e complesso in cui non è più possibile distinguere la violenza fisica da quella psicologica, sessuale, spirituale ed economica, perché comunque tutte vanno ricondotte fondamentalmente a intenti prevaricatori o peggio attentati alla vita.
In conclusione si tratta, nel suo complesso, di un grave problema ancora oggi lungi dall’essere risolto. È indispensabile un radicale cambiamento nei comportamenti, nel linguaggio, nella cultura e nel livello di consapevolezza da parte di tutti e perciò deve essere sollecitata qualsiasi forma di denuncia, protesta o altre iniziative. A tal proposito sono molto utili progetti e campagne di informazione e sensibilizzazione, a partire dall’ambito familiare e scolastico, con il contributo di operatori adeguatamente formati per combattere sul nascere la violenza di genere.
Indispensabile soprattutto la massima partecipazione di Stato, Enti Locali e Associazioni, con l’impiego delle più ampie risorse e adeguate strutture, ed il rafforzamento delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, che in primis debbono agire in maniera pronta ed efficace.

Luigi Valenzano
Dermatologo, Roma