Cosmetici e cute sensibile

Con il termine ‘cute sensibile’ si indica una condizione di iper-reattività cutanea nei confronti di diversi fattori ambientali e di alcuni prodotti cosmetici. In considerazione dell’elevata frequenza con cui tale patologia si manifesta in concomitanza all’uso di prodotti cosmetici, essa è nota anche come ‘cosmetic intolerance syndrome‘ oppure ‘status cosmeticus‘.

Negli ultimi anni, il numero dei pazienti con ‘cute sensibile’ è in crescente aumento, probabilmente a causa del parallelo incrementato impiego di prodotti cosmetici, al numero sempre maggiore di cosmetici sul mercato ed alla maggiore attenzione ormai riservata alla cura del proprio aspetto fisico, specie nei Paesi industrializzati.

Non a caso, la ‘cute sensibile’ è una condizione clinica frequentemente riscontrabile in soggetti di razza bianca, in particolar modo di sesso femminile, con cute secca e chiara.
L’eziopatogenesi di tale quadro clinico è tutt’oggi oggetto di studio, seppure sono state avanzate alcune ipotesi:

A     una riduzione della funzione barriera, con conseguente aumento della   permeabilità dello strato corneo agli agenti chimici costituenti il  cosmetico;

B     un’alterata risposta neurosensoriale;

C     un’esagerata risposta immune.

 

La riduzione della funzione barriera nella ‘cute sensibile’, è legata a diminuzione della produzione dei lipidi interlamellari dello strato corneo e ad un ridotto spessore dello stesso. La riduzione dei lipidi, in particolare delle ceramidi, non permette ai prodotti cosmetici di essere trattenuti a sufficienza sulla superficie cutanea; pertanto, gli stessi penetrano in profondità provocando una reazione infiammatoria locale. Quest’ultima è causata dal rilascio di metaboliti dell’acido arachidonico e, in particolare, delle prostaglandine e dei leucotrieni. Altri fattori corresponsabili della ‘cute sensibile’ sono un aumentato rilascio di neurotrasmettitori ed una ridotta metabolizzazione degli stessi,  con conseguente alterata conduzione dell’impulso nervoso.

L’alterazione della risposta immunitaria si esprime, invece, con un’esagerata risposta immune nei confronti degli antigeni, che possono così innescare una reazione infiammatoria immuno-mediata tale da aggravare la manifestazione clinica della dermatosi. Inoltre, ulteriori fattori endogeni ed esogeni possono aggravare l’iper-reattivià cutanea. Fra i primi rientrano quelli costituzionali, spesso su base ereditaria, come le variazioni ormonali e la concomitante presenza di dermatosi, quali la dermatite atopica, la dermatite seborroica, rosacea e la dermatite periorale. Fra i fattori esogeni ambientali rientrano, invece, l’esposizione al caldo, al freddo, a radiazioni solari, a diversi pollini, l’ingestione di alcuni alimenti (alcool, cibi molto speziati), nonchè l’utilizzo di prodotti cosmetici, quali le creme solari e le creme esfolianti. Sostanze chimiche come alcool, propilenglicole, propilenglicole diacetato, butilenglicole, propilencarbonato, coccoilamidopropilbetaina, benzoilperossido, acido salicilico, trisodiofosfato, sodio idrossido e trietanolamina, sono tra i più comuni agenti chiamati in causa. In particolare, alcuni peeling esfolianti a base di resorcina, acido tricloroacetico ed alfa-idrossiacidi possono aggravare l’iper-reattività cutanea in soggetti con ‘cute sensibile’.

Generalmente, questa dermatosi interessa il volto, mentre il capillizio ed il collo sono raramente colpiti.

Le manifestazioni cliniche più frequenti sono:

  • prurito
  • sensazione puntoria
  • bruciore e senso di tensione, in assenza di manifestazioni cutanee in atto.

Nell’approccio diagnostico di valido ausilio risulta essere l’indagine anamnestica. E’ necessario indagare circa l’esistenza di condizioni fisiopatologiche cutanee predisponenti allo sviluppo della ‘cute sensibile’ (dermatite atopica, dermatite seborroica, dermatite periorale, psoriasi e rosacea) e circa i cosmetici utilizzati. Solitamente i pazienti riferiscono reazioni ad un elevato numero di cosmetici, compresi quelli privi di sostanze notoriamente sensibilizzanti, e tollerati dalla maggior parte dei consumatori. Bisogna infatti tenere a mente che la sintomatologia è soltanto soggettiva, e spesso ci si trova a dover trattare una ‘dermatosi inesistente’. Il test diagnostico più utile è lo ‘stinging test’ o test dell’acido lattico, che prevede l’applicazione di una soluzione di acido lattico al 10% a livello delle pieghe nasolabiali. Questo test, pur in assenza di reazione cutanea obiettiva, viene considerato positivo in presenza di sensazione di calore e/o bruciore. Nonostante vi siano stati notevoli progressi, in ambito dermatologico, non esiste tutt’oggi una terapia specifica per la cura della ‘cute sensibile’. E’ sicuramente importante una stretta collaborazione fra l’industria cosmetica, il medico ed il paziente, che dovrà osservare un’attenta prevenzione individuale.L’industria cosmetica, inoltre, dovrà impegnarsi a formulare prodotti cosmetici specifici per i pazienti con ‘cute sensibile’, riducendo o eliminando la presenza, all’interno del prodotto, delle più comuni sostanze allergizzanti, come il nichel, spesso responsabili del ‘mantenimento’ di tale patologia. Bisognerebbe evitare, infine, di aggiungere ai cosmetici sostanze, come il mentolo, la canfora ed i surfattanti, che potrebbero avere un effetto irritante sulla cute. Andrebbero anche evitati solventi, come l’etanolo ed il propilenglicole, che promuovono la penetrazione cutanea dei vari ingredienti costituenti il cosmetico. A riguardo della prevenzione individuale, è importante sottolineare che per la detersione di questo tipo di pelle particolarmente sensibile ad ogni sollecitazione esterna, il dermatologo indicherà prodotti che rispecchino l’equilibrio fisiologico cutaneo, e che contengano nella loro formulazione sostanze ad azione lenitiva. Riguardo alle creme ed ai prodotti per il make-up da utilizzare, il requisito più importante da tenere in considerazione è che i trucchi e le creme per la ‘cute sensibile’ devono contenere pochi componenti, privi di azione sensibilizzante. Nella scelta dei cosmetici, questa categoria di pazienti dovrebbe preferire:

  • solo quelli facilmente rimovibili con acqua;
  • con non più di dieci ingredienti;

ed evitare:

  • creme solari con filtri chimici (esteri del PABA, benzofenoni, etc.);
  • i cosmetici datati e le creme troppo grasse.

 

In riferimento ai prodotti per il make-up, andrebbero utilizzati quelli in polvere o terre, questo perché tali manufatti rimangono in superficie, senza penetrare nella cute. Qualora, su richiesta del paziente, si debba dare un consiglio sul fondotinta, andranno indicati quelli con derivati del silicone (ciclometicone, dimeticone ecc.).
Per il trucco degli occhi andrebbero consigliati eyeliner e mascara di colore nero ed ombretti nelle nuance chiare. Quanto alle creme, andrebbero indicate quelle a base di derivati del collagene, o a base di aminoacidi e ceramidi, o le nuove formulazioni a base di miscele di carboidrati. Molto importante è, infatti, mantenere costante l’idratazione della ‘cute sensibile’ con agenti che facilitino il ripristino della fisiologica barriera cutanea.

Per quanto riguarda le creme lenitive ed antirossore, va invece ricordato che è utile utilizzare quelle contenenti ingredienti in grado di svolgere tale azione senza irritare il mantello cutaneo:

hamamelis;

acido glicirretico;

allantoina;

gamma orizanolo;

ossido di zinco;

calendula;

chitosano.

 

Anche l’alimentazione è un ulteriore fattore da seguire e controllare, andranno infatti limitati il consumo di caffè, alcolici e cibi piccanti o particolarmente speziati. La ‘cute sensibile’ è spesso considerata come una condizione para-patologica e sovente, proprio per tale ragione, sottovalutata. In realtà, l’elevata incidenza epidemiologica di tale condizione non può consentire di relegare la problematica ai margini dell’attenzione del dermatologo. In un ottica preventiva sarebbe pertanto necessario stabilire dei protocolli diagnostici che consentano di definire ‘sensibile’ la cute di un soggetto, in modo da indirizzare il paziente verso l’uso di prodotti cosmetici specificatamente formulati per questa categoria di soggetti.

 

Caterina Foti, Paolo Romita
Dermatologi, Bari